Dall'infanzia all'età adulta impariamo i codici di cortesia.
Ad esempio, la decenza significherebbe condividere una conversazione con l'autista che ci sta guidando, con l l'infermiere che ci sta curando, con la fisio che ci sta trattando.
Con la ripetizione di queste situazioni 365/365 e tutti i vincoli quotidiani imposti dalla disabilità, alla fine non mi sento socialmente obbligato a compiere questi sforzi di cortesia.
Fondamentalmente, penso che la disabilità apporti anche une certa libertà.