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Reto, progettista di carrozzine (parte 1)

Il concepimento della carrozzina Reagiro

Il concepimento della carrozzina Reagiro

Qual è il compito di un progettista?

“Ogni due mesi ricerco su Google il mio nome e il mio progetto perché voglio sapere quali pubblicazioni parlano di me.”

Non sono sicura che tutti i progettisti ricercano regolarmente su Google il proprio nome, ma è proprio così che la Community ha potuto incontrare Reto Togni (@retogni). Reto è il designer di Reagiro, una carrozzina manuale dotata di un sistema di sterzo sullo schienale che permette di guidarla con una sola mano.

All’inizio di quest’anno la nostra moderatrice Julia ha condiviso sul blog della Community la propria scoperta di questa carrozzina. Tre mesi dopo, Reto ha letto il suo post dopo aver effettuato una ricerca su Google del proprio nome, e si è addirittura iscritto come membro della Community per poter lasciare dei commenti.

Reto mentre illustra in dettaglio il progetto Reagiro presso il Centro svizzero per paraplegici di Nottwil.

In seguito la squadra della Community ha invitato Reto a visitare il Centro svizzero per paraplegici di Nottwil lo scorso agosto: così abbiamo potuto discutere in dettaglio di Reagiro, di disabilità e di design.

Perché progettare una carrozzina

L’anno scorso Reto ha ottenuto una doppia laurea magistrale (MSc/MA) in innovazione e ingegneria del design. Durante il secondo anno di studi, ha dovuto al pari dei propri colleghi elaborare un progetto di design individuale. Reto è finito così per progettare la carrozzina manuale Reagiro, dotata di uno sterzo sullo schienale. Viene da chiedersi però come mai, tra tutti i progetti possibili, Reto abbia scelto di concepire proprio una carrozzina?

Ispirato dalla competizione Cybathlon, Reto ha deciso di abbracciare il tema della “disabilità e tecnologia” sin dal primo giorno del progetto. Per quanto all’inizio non avesse un’idea chiara di cosa disegnare, aveva un obiettivo preciso: conoscere le esigenze del mercato e, soprattutto, capire che cosa gli utenti avrebbero voluto utilizzare.

Per raccogliere più spunti, Reto iniziò ad abbordare il tema della disabilità e della tecnologia con diverse persone, senza soffermarsi solo sugli aspetti tecnici dei dispositivi ausiliari ma concentrandosi anche sul bagaglio emotivo delle persone. Reto tiene in alta considerazione questi valori emotivi, spesso ignorati dagli ingegneri, ispirandovisi per la creazione della Reagiro.

Come uno skateboard

A Reto è rimasta particolarmente impressa una conversazione avuta con un suo caro amico in carrozzina, che era rimasto impressionato da come gli skateboardisti riuscissero a muoversi agilmente anche su terreni impervi. L’amico ponderava la possibilità di usare la carrozzina come uno skateboard. Per Reto questa fu la considerazione più preziosa su cosa desiderassero gli utenti per i propri dispositivi ausiliari. Altre osservazioni, tra cui l’opportunità di potersi godere i propri spostamenti in carrozzina o di appoggiarsi comodamente sullo schienale, hanno contribuito al concepimento di Reagiro.

Un designer con un occhio di riguardo per l’utente

Il progetto di Reto è durato sei mesi. Spesso lavorava per più di 12 ore al giorno sei o sette giorni alla settimana. Reto ricorda i primi tre mesi come i più stancanti e demoralizzanti. Da una parte si profilava il bisogno di una soluzione ingegneristica che contemplasse una carrozzina guidabile con una sola mano. Dall’altra, egli mirava a realizzare un prodotto a cui gli utenti potessero affezionarsi.

Durante l’incontro Reto ha continuato a condividere con noi le proprie considerazioni e idee sulle carrozzine in generale e su Reagiro in particolare. Non era difficile percepire la sua passione e determinazione nel creare un dispositivo incentrato sull’utente.

Per Reto le carrozzine e altri dispositivi ausiliari rivelano molto della società e delle persone. Secondo lui per molti utenti i dispositivi ausiliari rappresentano gli oggetti personali più preziosi. A tal proposito afferma:

“La carrozzina è un simbolo universale di mobilità e indipendenza, ma anche di disabilità”.

Reto ha anche accennato alla natura interdisciplinare delle carrozzine. Per quanto riguarda la dimensione sociale, la carrozzina è comunemente usata in quanto simbolo generale di divieto, per esempio nei posti di parcheggio. Nel quadro della dimensione medica, un carrozzina costituisce un dispositivo ausiliario sottoposto a numerosi collaudi di funzionalità da parte di professionisti in campo medico e ingegneristico. Infine, poiché le carrozzine sono una parte integrante della vita di molte persone e sono spesso prodotte su misura, si tratta di oggetti con una profonda componente personale.

“Ad ogni modo, c’è una dimensione sociale. C’è una dimensione personale. C’è una dimensione medica. Tutte e tre le dimensioni sono correlate: proprio ciò rende la carrozzina un oggetto interessante.”

Prototipo di Reagiro: risultato finale di un progetto durato sei mesi.

Per quanto riguarda il ruolo di un designer, Reto ha affermato l’importanza di rinunciare a un egocentrismo sfrenato: secondo lui molti progettisti creano oggetti più per se stessi, una tendenza quasi naturale per loro. Non si tratta, tuttavia, di un modello di progettazione promettente.

“Per me, un progetto di design diventa interessante quando riguarda un fenomeno sociale specifico, piuttosto che soddisfare i gusti di una particolare persona”.

Insomma: Reto prende sul serio i pensieri e i desideri delle persone. Ciò è il principio basilare di un design incentrato sull’utente.

Il prototipo di Reagiro

Dopo innumerevoli discussioni e collaudi informali con persone in carrozzina, Reto disegnò e costruì il prototipo di Reagiro con svariati componenti, tra cui alcuni stampati in 3D. Ciò gli ha fornito un ampio margine creativo a un basso costo di produzione.

Riuscite a individuare la Reagiro?

Reto ha portato con sé il proprio prototipo durante la visita a Nottwil. Sulla strada per Orthotec io e Johannes abbiamo potuto provarla. Una volta arrivati presso Orthotec, anche Markus Anderhub, la nostra guida locale con paraplegia incompleta (L2-3), ha potuto collaudarla. Ecco un’anteprima delle nostre imprese:

Reto (sinistra) accompagna Johannes durante il giro di prova sulla Reagiro.

Reto (sinistra) alle prese con una dimostrazione della Reagiro per Markus (centro), consulente per i dispositivi ausiliari presso Orthotec.

Che cosa serba il futuro per Reto e il suo progetto Reagiro? Continuate a leggere nel mio prossimo post sul blog!

Che cosa si prova a manovrare la Reagiro? Quali novità attendono il progetto Reagiro? Scoprite di più nel mio prossimo post, dove continueremo la nostra visita e la nostra discussione con Reto.

Quali dispositivi ausiliari desiderereste possedere o vedere sul mercato in futuro? Condividete le vostre idee!

[traduzione del post originale in inglese]

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