"In Frantumi" di Hanif Kureishi è il diario sincero e spesso spietato di un'esperienza di vita sconvolta. L’autore quasi 70enne, dopo una caduta avvenuta a Roma alla fine del 2022, si risveglia con una paralisi che lo costringe a una dipendenza totale dagli altri per ogni gesto quotidiano, dal lavarsi al nutrirsi. In questo libro, Kureishi trasforma il letto d’ospedale nel suo osservatorio sulla nuova vita, con momenti di riflessione e autoironia che oscillano tra l'umorismo nero e la disperazione più profonda.
Lontano da una narrazione edulcorata, Kureishi racconta anche le realtà più intime e imbarazzanti della disabilità: «Sto pensando di scrivere un romanzo ambientato in ospedale che si intitola “Ha liberato l’intestino?”», scherza amaramente l'autore. E con umorismo disarmante aggiunge: «Al momento sono soltanto un disperato che tenta di aprire una confezione di anacardi usando solo i denti e il muro vicino alla faccia come puntello».
Questa alternanza di alti e bassi, in cui convivono frustrazione e ironia, dà al libro una forza emotiva unica. È una testimonianza di lotta per mantenere un’identità, nonostante le nuove limitazioni e i gesti che prima sembravano banali. La famiglia, gli amici e il personale sanitario diventano la rete che lo sostiene, ma la sua battaglia per trovare un senso nel «qui ed ora» è una sfida da affrontare giorno per giorno.
Una recensione del libro pubblicata su Il Post: «Essere tetraplegico non è sempre terribile» - Il Post
La presentazione del libro della casa editrice: In frantumi - Bompiani
"In frantumi" di Hanif Kureishi è un diario crudo e toccante che racconta l’esperienza di una paralisi improvvisa, tra umorismo nero e riflessioni profonde sulla dipendenza e la resilienza.
Hanif Kureishi, "In Frantumi": Un diario brutale e ironico sulla disabilità
"In Frantumi" di Hanif Kureishi è il diario sincero e spesso spietato di un'esperienza di vita sconvolta. L’autore quasi 70enne, dopo una caduta avvenuta a Roma alla fine del 2022, si risveglia con una paralisi che lo costringe a una dipendenza totale dagli altri per ogni gesto quotidiano, dal lavarsi al nutrirsi. In questo libro, Kureishi trasforma il letto d’ospedale nel suo osservatorio sulla nuova vita, con momenti di riflessione e autoironia che oscillano tra l'umorismo nero e la disperazione più profonda.
Lontano da una narrazione edulcorata, Kureishi racconta anche le realtà più intime e imbarazzanti della disabilità: «Sto pensando di scrivere un romanzo ambientato in ospedale che si intitola “Ha liberato l’intestino?”», scherza amaramente l'autore. E con umorismo disarmante aggiunge: «Al momento sono soltanto un disperato che tenta di aprire una confezione di anacardi usando solo i denti e il muro vicino alla faccia come puntello».
Questa alternanza di alti e bassi, in cui convivono frustrazione e ironia, dà al libro una forza emotiva unica. È una testimonianza di lotta per mantenere un’identità, nonostante le nuove limitazioni e i gesti che prima sembravano banali. La famiglia, gli amici e il personale sanitario diventano la rete che lo sostiene, ma la sua battaglia per trovare un senso nel «qui ed ora» è una sfida da affrontare giorno per giorno.
Una recensione del libro pubblicata su Il Post: «Essere tetraplegico non è sempre terribile» - Il Post
La presentazione del libro della casa editrice: In frantumi - Bompiani
"In frantumi" di Hanif Kureishi è un diario crudo e toccante che racconta l’esperienza di una paralisi improvvisa, tra umorismo nero e riflessioni profonde sulla dipendenza e la resilienza.