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- 03 dicembre 2013
- Johannes
Autori del riassunto: Carolina Ballert, Sibylle Graf, Felix Gradinger, Alexander Lötscher, Christine Muff e Jan D. Reinhardt (Ricerca svizzera per paraplegici)
Articolo originale: Reinhardt JD, Ballert CS, Fellinghauer B, Lötscher A, Gradinger F, Hilfiker R, Graf S, Stucki G. Visual perception and appraisal of persons with impairments: A randomized controlled field experiment using photo elicitation. Disability and Rehabilitation. 2011;33(5):441-52.
Il giudizio su chi si muove in carrozzina è nettamente più sfavorevole di quello verso chi ha l'uso delle gambe, persino in relazione ad attributi come l'intelligenza o lo zelo. Tuttavia, un contatto personale con i disabili e la sensibilizzazione a questo tema possono contribuire ad abbattere i pregiudizi. |
Qual era lo scopo di questo studio?
Per assicurare le pari opportunità alle persone in carrozzina, bisogna capire la percezione della disabilità nella società e individuare eventuali pregiudizi. Come sono giudicate dagli altri le persone con una disabilità visibile, come l’incapacità di usare le gambe per muoversi? Come le si valuta in quanto persone e che ruolo gioca l'impatto visivo della disabilità? I ricercatori hanno provato a rispondere a queste domande organizzando un test sul campo con l'uso di materiali fotografici, presentato in questo contributo.
Che metodo hanno usato i ricercatori?
Per esaminare l'impatto visivo suscitato dalle persone in carrozzina, sono state intervistate 100 persone della popolazione generale svizzera. Ai partecipanti sono state sottoposte dodici fotografie. Quattro raffiguravano persone in carrozzina, in altre quattro si vedevano persone con evidente ritardo mentale e nelle ultime quattro normali persone senza disabilità visibili (vedi figure 1 a/b). Ai partecipanti è stato chiesto di valutare le dodici persone rappresentate sulle fotografie in base a diversi attributi personali.
Cosa hanno scoperto i ricercatori?
Le persone con ritardo mentale hanno ricevuto la valutazione peggiore. Ma anche le persone in carrozzina sono state giudicate più negativamente di quelle che camminano, in relazione a tutti gli attributi. Le differenze maggiori sono state riscontrate negli ambiti dell'attrazione fisica e dell'intelligenza.
I risultati sono riassunti nella figura 2. Si nota subito che le persone in carrozzina sono esposte a valutazioni più sfavorevoli, semplicemente a causa della visibilità della carrozzina. Ciò accade anche se è impossibile trarre conclusioni, per esempio sull'intelligenza di un individuo, a partire da una sedia a rotelle.
Dallo studio è emerso inoltre che il contatto personale con i disabili ha contribuito ad abbattere i pregiudizi. Le persone intervistate che avevano un contatto personale stretto con disabili (per esempio un'amicizia) non hanno mostrato differenze nella valutazione delle persone in carrozzina rispetto alle persone senza disabilità visibili.
Un risultato simile al contatto personale si è ottenuto quando agli intervistati è stato rammentato esplicitamente il tema della disabilità. Infatti, la metà dei partecipanti è stata informata che lo studio si sarebbe incentrato sulla percezione verso i disabili, ed è stata menzionata la Ricerca svizzera per paraplegici come committente dello studio. L'altra metà ha invece ricevuto l'informazione neutrale che si trattava di uno studio sulla percezione visiva in generale, condotto dall'Università di Lucerna. Confrontando i due gruppi si nota che le persone in carrozzina sono giudicate meglio dai partecipanti informati sul tema della disabilità e sul fatto che lo studio fosse commissionato dalla Ricerca svizzera per paraplegici. Questo risultato indica che una sensibilizzazione alla disabilità potrebbe contribuire a prevenire pregiudizi affrettati.
Qual è il significato di questi risultati?
I risultati di questo esperimento indicano che le persone in carrozzina sono esposte a un giudizio tendenzialmente più negativo da parte dell'ambiente circostante, riguardante anche attributi come l'“intelligenza” o lo “zelo”, che non sono per niente visibili e non dipendono certo da una limitazione fisica.
Malgrado questi risultati poco entusiasmanti, lo studio ha messo in evidenza anche qualche elemento su cui costruire per contrastare i pregiudizi. I contatti personali con i disabili determinano un cambio di percezione, che non sono più in primo luogo “disabili”, bensì diventano “persone”, e le percezioni negative nei loro confronti diminuiscono. L'iniziativa Paradidact dell'Associazione svizzera dei paraplegici (ASP), che fornisce materiale didattico sulla lesione midollare, forma i docenti e propone visite a classi scolastiche da parte di persone in carrozzina che spiegano agli allievi cosa significhi convivere con la disabilità, rappresenta dunque un approccio molto promettente. Anche mettere a nudo i pregiudizi e far sì che le persone ne siano consapevoli si è rivelata una strategia efficace per eliminare l'atteggiamento negativo verso le persone in carrozzina. Sicuramente, campagne sui mass-media potrebbero servire a ridurre i pregiudizi verso i disabili, promuovere il dibattito pubblico sul tema delle pari opportunità e sensibilizzare il pubblico sull’urgenza di un'uguaglianza effettiva.
Chi ha condotto e finanziato lo studio?
Lo studio è stato condotto e finanziato dalla Ricerca svizzera per paraplegici di Nottwil (Svizzera) in collaborazione con l'Università di Lucerna.
da Paracontact 3/2010, Associazione svizzera dei paraplegici