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Funzionalità dei muscoli intrinseci della mano, parte 1: recupero del movimento di presa funzionale

Autrice del riassunto: Ursina Arnet (Ricerca svizzera per paraplegici)
Articolo originale: Arnet U, Muzykewicz DA, Friden J, Lieber RL. Intrinsic Hand Muscle Function, Part 1: Creating a Functional Grasp. The Journal of Hand Surgery (American Volume). 2013;38(11):2093-99.
 

Per ottenere un movimento ottimale e funzionale nella presa, i muscoli intrinseci della mano dovrebbero essere integrati quando si esegue un trasferimento del tendine con lo scopo di recuperare la flessione del dito.

Qual era lo scopo di questo studio?

Le persone con tetraplegia spesso riferiscono che tra le funzioni perse a causa della lesione, la funzione della mano è una delle più importanti da recuperare. Per molte persone è possibile ritrovare alcune funzioni delle dita con l'aiuto di un trasferimento del tendine. La flessione del dito per esempio può essere recuperata mediante un trasferimento tendineo del muscolo estensore radiale lungo del carpo (muscolo che estende il polso) al tendine del muscolo flessore profondo delle dita (muscolo che flette la dita dall'indice al mignolo).
Tuttavia, se solo la flessione del dito viene recuperata, il dito può solamente arricciarsi. Ciò significa che la distanza tra le dita e il palmo è molto piccola durante il movimento di presa e quindi è impossibile afferrare oggetti grandi. Pertanto, è importante aumentare la distanza tra la punta delle dita e il palmo così da ottenere una presa ottimale. Se la funzione della mano è intatta, i muscoli intrinseci della mano coordinano i movimenti delle dita. Questi piccoli muscoli sono situati nel palmo della mano e si congiungono a ciascuna delle quattro dita (dal dito indice al mignolo). L'obiettivo di questo studio era di capire quale ruolo giocano i muscoli intrinseci della mano nella funzione di presa.

Che metodo hanno usato i ricercatori?

I ricercatori hanno esaminato cinque mani fornite da persone decedute. I tendini dei flessori delle dita sono stati attaccati a un motore per simulare il movimento di presa. Il motore è stato regolato in modo che le dita della mano aperta (dita tese) si arricciassero in un pugno. Per simulare i diversi livelli di attività dei muscoli intrinseci della mano, cinque pesi sono stati attaccati ai muscoli intrinseci (0 g = muscoli passivi, 125 g, 250 g, 375 g e 500 g = peso massimo con cui le dita rimangono estese all'inizio del movimento).
Il movimento delle dita è stato videoregistrato. Grazie a ciò, gli angoli di ciascuna delle articolazioni delle dita, la sequenza del movimento articolare e la distanza tra la punta delle dita e il palmo sono stati calcolati. In seguito i valori misurati sono stati confrontati tra i livelli di attività dei muscoli intrinseci.

Cosa hanno scoperto i ricercatori?

In caso di muscoli intrinseci passivi, le dita si sono arricciate (vedi figura 1): le dita prima si sono flesse all'altezza delle articolazioni distali (articolazioni esteriori delle dita) e in corrispondenza delle articolazioni interfalangee prossimali (articolazioni medie). Solo nella seconda metà del movimento si sono flesse anche le articolazioni metacarpo-falangee (articolazioni che collegano le dita con il palmo).

Figura 1: movimento del dito a tre diversi livelli di attività dei muscoli intrinseci della mano

Il movimento è cambiato con una forte attivazione dei muscoli intrinseci: le dita si sono flesse prima all'articolazione metacarpo-falangea e solo dopo si sono arricciate (vedi figura 1). Con questo movimento, la distanza tra la punta delle dita e il palmo era più grande: grazie ai muscoli intrinseci attivi, la distanza è aumentata di 2 cm (vedi figura 2).

Figura 2: posizione del polpastrello del dito medio durante il movimento di presa

Qual è il significato di questi risultati?

I risultati di questo studio hanno mostrato che la distanza tra le dita e il palmo aumenta con l'attivazione dei muscoli intrinseci delle dita. Considerato il movimento di presa, una differenza di due centimetri è abbastanza grande e può essere determinante nel decidere se una persona riesce ad afferrare un oggetto da solo o ha bisogno di un aiuto. Con muscoli intrinseci attivi è possibile per esempio afferrare una bibita in lattina, mentre con i muscoli passivi non è possibile. Di conseguenza, il movimento di presa è più funzionale se i muscoli intrinseci sono attivi.
Nel caso di trasferimenti tendinei per il recupero della flessione dito, si raccomanda quindi di includere anche i muscoli intrinseci così da ottimizzare il movimento di presa funzionale.

Chi ha condotto e finanziato lo studio?

Lo studio è stato finanziato e condotto dalla Ricerca svizzera per paraplegici e dal Muscle Physiology Laboratory della University of California a San Diego (Stati Uniti).

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