Prateek Khandelwal, un uomo paraplegico, ha fondato due start-up per migliorare l’accessibilità di luoghi e strutture in India per le persone in carrozzina
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- 10 giugno 2024
- Merita Maliakkal
Prateek Khandelwal, 38 anni, è ingegnere ed è originario di Bangalore, India. Aveva una propria impresa i cui affari andavano bene, possedeva un appartamento in città e stava progettando di fidanzarsi con la sua compagna di lunga data.
La sua vita è però cambiata all’età di 28 anni, quando è rimasto paraplegico in seguito a una caduta da una scala di un edificio in costruzione.
«Avevo tutto quello che una persona desidera a quell’età. Stavo vivendo la mia vita. Poi, il 30 maggio 2014 tutto è cambiato».
Isolamento delle persone in carrozzina nella società indiana
Qualche tempo dopo, Prateek è tornato in strada con la sua carrozzina, determinato a mostrare a tutti che era rimasto la stessa persona nonostante l’infortunio. Tuttavia, non è riuscito ad andare da nessuna parte e si è reso conto che in India diversi luoghi pubblici come ristoranti, banche, supermercati ecc. non sono accessibili alle persone come lui. Il suo ambiente non era preparato ad accettare una persona nelle sue condizioni.
«Non erano solo i ristoranti, ma anche i centri commerciali, i parchi, i bancomat, le stazioni e gli aeroporti, nessuno di questi luoghi era accessibile. Questo è senza dubbio uno dei problemi maggiori cui è confrontata l’India di oggi. È arrivato il momento che la società capisca che le persone con disabilità si trovano praticamente imprigionate ogni giorno della loro vita».
In India il concetto di inclusione non è qualcosa di sconosciuto. Nel 2007 il Paese ha ratificato la Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità (CDPD). La legge indiana sui diritti delle persone con disabilità del 2016, nel capitolo II, sancisce che il governo «deve garantire che le persone con disabilità abbiano diritto all'uguaglianza, a una vita dignitosa e al rispetto della loro integrità su base paritaria con gli altri». Tuttavia, l’India come molti altri Paesi in via di sviluppo è ancora ben lontana dall’essere senza barriere o di garantire l’inclusione a livello sociale.
RampMyCity rende i ristoranti più accessibili
In un articolo apparso nel quotidiano The Times of India Prateek ha esortato i ristoranti a installare delle rampe, e alcuni l’hanno fatto. Durante un sopralluogo ha tuttavia constatato che le rampe presentavano dei difetti di costruzione che le rendevano inutilizzabili, in quanto erano troppo ripide, finivano all’improvviso o contro una parete.
Questa constatazione lo ha motivato a progettare, produrre e installare di sua iniziativa delle rampe, pensate per integrarsi perfettamente nell’architettura degli edifici e garantire l’accessibilità alle carrozzine.
A tale scopo nel 2018 Prateek ha fondato l’impresa sociale RampMyCity, il cui scopo è rendere accessibili i ristoranti alle persone in carrozzina grazie all’installazione di rampe portatili.
Stando al popolare quotidiano indiano The Hindu, fino al 2022 RampMyCity ha migliorato l’accessibilità di circa 300 luoghi per le persone affette da disabilità. Tra questi vi sono posti di lavoro, case popolari, scuole, università, ospedali, parchi pubblici, stazioni di polizia, bancomat, supermercati, strutture sportive e ricreative, ristoranti, alberghi ed edifici governativi.
Uno dei progetti più recenti di RampMyCity è stato quello di eliminare le barriere nei famosi templi Big Bull, Basavanagudi e Sri Vinayaka a Bangalore. Ora queste strutture sono dotate di rampe, parcheggi per disabili e segnaletica. Per saperne di più sugli altri progetti rimandiamo alla pagina Facebook di RampMyCity e Prateek Khandelwal.
Nel seguente video Prateek presenta alcuni edifici resi accessibili grazie a RampMyCity:
Questo video, accompagnato da musica pop indiana, mostra un centro commerciale che di recente è stato dotato di rampe:
RampMyCity offre corsi in materia di inclusione
Prateek si è anche reso conto più volte che il personale nei ristoranti non era adeguatamente sensibilizzato nei confronti della clientela disabile, non era in grado di comunicare nel modo giusto o di fornire la giusta assistenza. RampMyCity si è offerta quindi di proporre una formazione pratica alle persone impiegate nel settore pubblico e privato, in modo che possano sviluppare la giusta consapevolezza e sapere come comportarsi con le persone affette da disabilità.
I programmi di formazione prevedono lezioni di sensibilizzazione su cosa fare e cosa non fare, nonché lezioni pratiche su come trattare le persone con disabilità. Ad esempio, come ricevere una prenotazione, aiutare ad affrontare una rampa o a effettuare un trasferimento manuale. Il seguente video mostra come avviene una formazione di questo tipo:
«Don’t blame them, train them.» (IT: «Non rimproverarli, ma addestrali.»)
Questo è il motto della formazione in materia di inclusione di RampMyCity
L’impegno di Prateek Khandelwal per una società indiana inclusiva
Nel 2021 il Centro nazionale indiano per la promozione dell'occupazione delle persone disabili ha assegnato a Prateek un riconoscimento per il suo impegno a favore dell’eliminazione delle barriere e per il design universale.
Stando all’account LinkedIn di Prateek l’UNICEF, l’OMS e la Banca Mondiale hanno riconosciuto il lavoro di RampMyCity. Inoltre, i media indiani e internazionali hanno raccontato la storia di Prateek e della fondazione di RampMyCity, come riporta il seguente video (in lingua inglese).
L’impegno di Prateek non si limita alle sue start-up. Egli tiene conferenze, rilascia interviste ed è attivo sui social media e si batte affinché la consapevolezza delle persone possa cambiare. Prateek vuole superare le barriere con le quali devono fare i conti le persone affette da disabilità in India. Vi invitiamo ad ascoltare questo podcast con Prateek o a guardare il suo intervento al TED Talk (entrambi in lingua inglese):
«La mia idea è di rendere l’India senza barriere e inclusiva. La società deve capire che l’accessibilità non è un privilegio, bensì un servizio di cui abbiamo bisogno. Noi siamo la soluzione».
Prateek ha raggiunto molti traguardi sia a livello professionale che personale. Dopo il suo incidente i medici gli hanno detto che avrebbe dovuto rassegnarsi a vivere il resto della sua vita in sedia a rotelle. Eppure, dopo diversi anni di allenamento intensivo (dalle 8 alle 10 ore al giorno) e di fisioterapia ora Prateek sta sulle sue gambe e cammina con le stampelle.
Sei mai stati in India? Ci raccontate la vostra esperienza con l’accessibilità di luoghi e strutture in un Paese in via di sviluppo?