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Stephen Hawking sorride mentre tre persone lo fanno girare a mezz'aria durante un volo a gravità zero in un Boeing 727 nel 2007.
Ritratti e storie

«L’importante è non arrendersi mai»

Lo scorso gennaio Stephen Hawking avrebbe compiuto 80 anni. Nonostante la diagnosi di SLA, il fisico ha saputo raggiungere vette straordinarie.

Lo scorso gennaio Stephen Hawking avrebbe compiuto 80 anni. Nonostante la diagnosi di SLA, il fisico ha saputo raggiungere vette straordinarie.

Alla fine è diventato all’altezza dei soprannomi che gli affibbiavano. I compagni di classe lo chiamavano «Einstein», e in quanto a curiosità il giovane Stephen William Hawking non aveva effettivamente nulla da invidiare all’esimio luminare. Il suo spirito vivace l’aveva portato già in tenera età ad arrovellarsi sulle origini del cosmo. «Volevo sviscerare la profondità dell’Universo», rivelò il fisico anni dopo.

Il percorso da ragazzino sveglio con voti piuttosto mediocri fino a diventare uno dei fisici più in vista al mondo non è stato privo di ostacoli e tutto fuorché ovvio. Il suo brillante spirito viveva infatti in un corpo malato.

All’età di 21 anni, quando studiava presso la facoltà di chimica e matematica, lo studente britannico ricevette la diagnosi di SLA, o sclerosi laterale amiotrofica, una patologia nervosa incurabile che nel suo caso era già a uno stadio avanzato. Il medico gli aveva dato ancora 24 mesi di vita.

Quando arrivò la fatidica data senza che succedesse nulla, Stephen Hawking iniziò a vivere ogni giorno che passava come un dono. Nel 1962 ottenne il diploma di Bachelor a Oxford, passò in seguito all’Università di Cambridge e iniziò gli studi di astronomia (scienza delle stelle) e cosmologia (evoluzione dell’Universo).

Stephen Hawking, con addosso una camicia e una veste, seduto in carrozzina. Sullo sfondo si intravede una scrivania con un computer.

Già in giovane età, qui nel 1974, Stephen Hawking doveva usare la carrozzina.

La sua forza di volontà era più forte della malattia

La consapevolezza che ogni giorno potesse essere l’ultimo dava coraggio a Stephen Hawking e lo infondeva di enorme creatività. A essere risparmiato dal decadimento fu il suo cervello, che sembrava voler compensare ciò che il corpo, sempre più inerme, non riusciva più a fare. La musica di Wagner gli dava forza e ispirazione, così come l’amore della sua ragazza Jane Wilde. I due si sposarono e si promisero di lottare assieme contro la malattia.

Stephen Hawking al matrimonio con la sua prima moglie Jane Wilde nel 1966.

Stephen Hawking e sua moglie Jane Wilde al loro matrimonio nel 1966.

Ebbero tre figli: Robert (1967), Lucy (1970) e Timothy (1979). Robert e Lucy sono ancora oggi alla guida della Stephen Hawking Foundation, che promuove a livello scolastico e universitario la ricerca nel campo della cosmologia, astrofisica e fisica delle particelle fondamentali.

«Non avrei mai potuto immaginare che avremmo avuto tre figli magnifici e talentuosi. Sono loro la scoperta più bella della mia vita, sempre che si possa parlare di scoperta quando si tratta di figli…»

Discorso di Stephen Hawking al National Health Service, 2017

Spiegare la scienza con parole semplici

Con il sostegno della famiglia, dei dottorandi e dei colleghi la carriera accademica di Stephen Hawking prese il volo. Per più di vent’anni lavorò come Professore lucasiano di matematica all’Università di Cambridge e fondò il Centre for Theoretical Cosmology.

Per tutta la sua vita il fisico si occupò delle grandi domande sui buchi neri e sulle origini dell’Universo. Tra i suoi lavoro letterari compaiono sia premiati studi accademici che libri di divulgazione generale. «È importante che gli scienziati spieghino il proprio lavoro», disse una volta. Il suo saggio più consistente è intitolato «Dal big bang ai buchi neri. Una breve storia del tempo»: tradotto in oltre 40 lingue, ha venduto più di venti milioni di copie.

Il suo percorso professionale è stato accompagnato da innumerevoli medaglie, premi e onorificenze. Nel 1982 ha ricevuto dalla Regina stessa l'onorificenza di Comandante dell'Impero Britannico, e nel 2009 l'allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama gli ha conferito la Medaglia Presidenziale della Libertà. Solo il Premio Nobel si è dimostrato al di fuori della sua portata, perché per riceverlo era necessario portare prove sperimentali. La ricerca di Hawking si basava invece sulla matematica, sulle teorie e sulla forza delle sue intuizioni.

Barack Obama parla a Stephen Hawking seduto in carrozzina. Sono circondati dagli altri vincitori.

Alla Casa Bianca nel 2009, Hawking viene ricevuto dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama e premiato con la medaglia presidenziale della libertà.

Comunicare diventa sempre più difficile

Nel 1985, durante una conferenza che si svolgeva vicino a Ginevra, Stephen Hawking si ammalò di polmonite. Per salvargli la vita, i medici hanno dovuto praticargli una tracheotomia. Da quel momento in poi Hawking non poté più parlare. Nei primi mesi, comunicava alzando il sopracciglio, poi è passato ai computer vocali: all'inizio riusciva ancora a pigiare i pulsanti con le mani, ma in seguito ha dovuto inserire un sensore a infrarossi negli occhiali.

Anche la sua vita privata ha conosciuto degli sconvolgimenti. Nel 1990, lo scienziato ha lasciato la moglie Jane e si è trasferito a vivere con Elaine Mason, sua infermiera curante, che ha sposato nel 1995, dopo aver formalizzato il divorzio. Per undici anni sono riusciti a organizzare insieme la loro vita, viaggiando molto per le sue conferenze e il suo lavoro di ricerca. Nel 2006, anche questa relazione si è interrotta.

Stephen Hawking siede con le mani giunte sulla carrozzina, il computer vocale davanti a lui.

Stephen Hawking durante una conferenza a Parigi nel maggio del 2006.

«Rivolgi lo sguardo verso le stelle e non sui tuoi piedi. Cerca di capire quello che vedi e chiediti perché l’Universo esiste. Coltiva la tua curiosità. E non importa quanto la vita possa sembrare difficile, c’è sempre qualcosa che puoi fare. L’importante è non arrendersi mai. Finché c’è vita, c’è speranza.»

Da un messaggio audio registrato da Stephen Hawking poco prima della sua morte

In assenza di gravità… e in assenza di carrozzina

Stephen Hawking era convinto che il nostro pianeta fosse troppo fragile, e che l’umanità potesse sopravvivere solo colonizzando altri pianeti. Il suo desiderio più grande era di poter andare nello spazio. Questo desiderio non si è mai esaudito, ma nel 2007 ha condotto un volo a gravità zero a bordo di un Boeing 727, sperimentando otto parabole e riuscendo a liberarsi per qualche istante dalla sua carrozzina. Il sorriso sbarazzino che gli si dipinge addosso sembra cancellare tutti gli ostacoli da lui vissuti.

Stephen Hawking sorride mentre tre persone lo fanno girare a mezz'aria durante un volo a gravità zero in un Boeing 727 nel 2007.

Stephen Hawking alle prese con il volo a gravità zero nel 2007.

I medici gli diedero 24 mesi di vita. All'epoca aveva 21 anni. Invece, Stephen Hawking è morto il 14 marzo 2018, nella sua casa di Cambridge, all'età di 76 anni. Le sue ceneri sono custodite nell'Abbazia di Westminster a Londra, tra i luoghi di riposo di Sir Isaac Newton e Charles Darwin.

Come tributo personale, il compositore Vangelis ha creato un brano musicale con la voce di Stephen Hawking, che è stato diffuso nello spazio dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) il giorno del suo funerale. Secondo sua figlia Lucy, si tratta di un messaggio di pace e di speranza.

Stephen Hawking sognava di andare nello spazio. Qual è invece il vostro desiderio più grande?

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