I suoi dipinti hanno catturato tutta la sofferenza della famosa pittrice messicana
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- 06 settembre 2022
- Christine Zwygart
I suoi dipinti hanno catturato tutta la sofferenza della famosa pittrice messicana
Il suo sguardo è sempre serio, il suo viso non può non rimanere impresso. Le sopracciglia folte arrivano quasi a toccare il ponte del naso, accompagnate dai caratteristici baffi da signora.
Frida Kahlo ha dipinto un totale di 143 quadri in tutta la sua breve vita, 55 dei quali la ritraggono in prima persona. Gli autoritratti raccontano il dolore, sia mentale che fisico, che l’ha accompagnata per tutta la vita. Le sue sopracciglia e i suoi baffi sono enfatizzati sulla tela più di quanto fossero visibili nella realtà.
«Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e perché sono il soggetto che conosco meglio.»
Frida Kahlo
Durante la sua vita l’artista ha ottenuto alcuni modesti successi. Il riconoscimento della sua opera, tuttavia, è stato coronato solo molto tempo dopo la sua morte. Oggi i suoi dipinti fanno parte del “patrimonio culturale nazionale” del Messico, per volontà del governo. Ciò significa che nessuna delle sue opere nel Paese può passare di proprietà senza che l’autorità culturale nazionale ne sia informata. Frida Kahlo sta diventando sempre più popolare anche al di fuori della sua terra natale. Lo scorso novembre, ad esempio, il suo dipinto «Diego e io» è stato venduto all’asta da Sotheby’s per l’incredibile cifra di 33 milioni di franchi svizzeri.
Chi era questa donna, diventata una delle artiste più importanti dell’America Latina? Perché ha trascorso gran parte della sua vita in un corsetto, dipingendo a letto, consumando droghe? La storia della sua vita affascina e spaventa allo stesso tempo. E mostra in modo impressionante quanto Frida Kahlo fosse tanto forte quanto fragile.
Un’infanzia segnata dalla malattia
Figlia di una donna messicana e di un fotografo tedesco, nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán, un quartiere meridionale di Città del Messico. Magdalena Carmen Frieda, questo il suo nome di battesimo, cresce con tre sorelle e due sorellastre. La madre Matilde è analfabeta e si occupa principalmente della casa; insegnando alle ragazze il ricamo e il cucito tradizionale. Il padre Carl Wilhelm trascorre poco tempo con le figlie, ma sceglie Magdalena Carmen Frieda come sua preferita: la porta spesso nella natura e le insegna a osservare e a guardare le cose da vicino.
La famiglia vive nella Casa Azul, la Casa Blu, che oggi ospita il museo Kahlo. Nel 1910 scoppia la Rivoluzione messicana, il paese è in subbuglio e il popolo si ribella contro la lunga dittatura militare: Frida Kahlo deciderà in seguito di cambiare il suo anno di nascita dal 1907 al 1910, in modo che la sua vita cominci contemporaneamente al nuovo Messico. Inoltre, elimina la “e” dal suo terzo nome e si fa chiamare semplicemente “Frida”.
All’età di sei anni, Frida si ammala gravemente, i medici sospettano in un primo momento la poliomielite. Solo negli anni Trenta gli esperti diagnosticano una malformazione congenita della colonna vertebrale. La ragazza trascorre mesi a letto e la sua guarigione procede a rilento. A seguito della convalescenza, la gamba destra rimane più magra e più corta. Frida rimane comunque appassionata di sport, praticando in particolare il nuoto e il ciclismo.
Il giorno che cambiò la sua vita
Per prepararsi ai tanto desiderati studi di medicina, Frida Kahlo frequentò dal 1922 la Escuela Nacional Preparatoria di Città del Messico: fu una delle prime e poche ragazze ammesse. Poi sopravvenne l’incidente che la segnerà per il resto della sua vita: il 25 settembre 1925, l’autobus su cui si trovava Frida si scontra con un tram. Una barra di arresto trafigge la schiena e il bacino della giovane donna, che subisce lesioni ortopediche e ginecologiche gravissime.
Seguirono oltre trenta operazioni, un’odissea tra gli ospedali e, per un po’ di tempo, un’ingessatura integrale alternata a un corsetto d’acciaio. Durante la lunga convalescenza, Frida inizia a dipingere, soprattutto autoritratti come «Autorretrato» (1930), «Very angry» (1932) e «Autoritratto con vestito di velluto» (1926). Cercò di lenire il dolore assumendo droghe e alcol. Alcune amicizie andarono in frantumi, altre sbocciarono. Nel 1928 incontrò il suo grande amore grazie a un amico comune: il pittore messicano Diego Rivera.
I due sono uniti dall’arte, ma anche dalle loro idee politiche e da un appassionato patriottismo. Diego è famoso per i suoi grandi murales politico-rivoluzionari e immortala Frida in un ritratto nell’opera “Ballata della rivoluzione”, che dipinge all’epoca per il Ministero dell’Educazione nella Città del Messico.
L’elefante e la colomba, così si chiamano. Lui è bello e alto, lei è delicata e fragile. Si sposano due volte, nel 1929 e nel 1940, e nel frattempo entrambi vivono innumerevoli scappatelle, con uomini e donne, lunghi soggiorni negli Stati Uniti, gelosia e depressione. Ma alla fine a trionfare sarà l’attrazione che lega i due.
Mostra in letto ospedaliero
Le montagne russe non interessano solo la sua relazione, ma anche la sua salute. Ciononostante, Frida Kahlo è riuscita a farsi un nome come artista. Ha creato opere che mostrano la sua sofferenza, il suo corpo martoriato, i suoi innumerevoli aborti, il suo dolore costante. Tra i suoi dipinti più famosi figurano “Le due Frida” (1939), “La colonna rotta” (1944) e “Ospedale Henry Ford” (1932). La sua prima mostra personale fu inaugurata nel 1938 alla Galerie Julien Levy di New York e un anno dopo le sue opere furono esposte a Parigi.
Frida si trasferisce con Diego Rivera nella casa dei suoi genitori a Coyoacán, la Casa Blu, e insieme insegnano alla scuola d’arte La Esmeralda per dieci anni. Nel 1951, il Ministero della Cultura le conferisce addirittura il Premio Nazionale di Pittura per l’opera “Mose” (1945).
Ma i bei successi non rimediano allo stato di salute di Frida, che continua a peggiorare. I soggiorni in ospedale si fanno sempre più lunghi, di lì a poco fu costretta a indossare sempre un corsetto di gesso, le fu amputato un piede e la carrozzina divenne la sua costante compagna. Riusciva a dipingere solo da sdraiata e nel 1953 partecipò addirittura all’inaugurazione della sua prima mostra personale in Messico nel suo letto d’ospedale.
Frida Kahlo muore il 13 luglio 1954 nella Casa Blu, solo sette giorni dopo il suo 47º compleanno. Ufficialmente, l’artista soccombe a un’embolia polmonare, ma gli amici non escludono il suicidio per overdose di sonniferi e antidolorifici. Il marito Diego rifiuta ulteriori indagini e il corpo della moglie viene cremato.
Le sue opere sono piene di dolore e angoscia, ma anche di bellezza e poesia. Se volete saperne di più su Frida Kahlo, sui suoi dipinti e sulla sua vita, potete trovare numerose immagini su Facebook e Instagram. Oppure, naturalmente, in loco, nella Casa Blu, che permette di rivivere quest’artista unica e la sua storia.
Come affrontate i vostri dolori, che cosa vi aiuta a sopportarli?