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- 04 luglio 2024
Nelle persone con una lesione midollare, la paralisi compromette anche il funzionamento del sistema nervoso vegetativo, in special modo nei casi di paralisi alta possono manifestarsi episodi di disregolazione ortostatica1.
Nelle persone sane la pressione sanguigna si regola da sola. Nelle persone con una lesione midollare questa regolazione, che è comandata dal sistema nervoso vegetativo, è disturbata. Cambiando posizione, da sdraiati a seduti, può subentrare un repentino forte calo della pressione arteriosa, ovvero l’ipotensione ortostatica.
Questo calo di pressione arteriosa si manifesta attraverso vertigini, debolezza, vista sfuocata o sensazione di vuoto. In casi estremi la persona può anche svenire.
Qual è la ragione di questa reazione?
Nelle persone sane, il sistema nervoso vegetativo regola la pressione arteriosa attraverso corretti segnali inviati al cuore e ai vasi sanguigni. Nella persona mielolesa (con lesione al di sopra di T6), il sistema nervoso simpatico non è più in grado di far funzionare correttamente i vasi sanguigni. Quale fattore addizionale, nei mielolesi viene a mancare la funzione della pompa muscolare, il meccanismo per cui il sangue venoso può rifluire al cuore grazie alla contrazione dei muscoli dell’apparato scheletrico, contribuendo a regolare la pressione sanguigna. Se i muscoli non possono più contrarsi e il sistema nervoso vegetativo non può reagire, il sangue confluisce nei vasi sanguigni delle gambe e di conseguenza la pressione arteriosa scende rapidamente. Soprattutto le persone tetraplegiche tendono spesso a eliminare moltissimi liquidi di notte, una reazione che agisce contro la disturbata funzione circolatoria. L’assenza di liquidi fa sì che al mattino i tetraplegici abbiano spesso problemi di pressione.
Molti farmaci fanno aumentare l’ipotensione ortostatica, soprattutto i diuretici2 come il Lasix®, neurolettici come l’Haldol® o Quetiapin®, farmaci antipertensivi e medicamenti contro l’ingrossamento della prostata.
Cosa si può fare?
Portare le calze elastiche compressive può avere un effetto preventivo. Le calze fanno pressione sui vasi sanguigni, assumendo così la funzione parzialmente mancante della pompa muscolare nelle gambe. In singoli casi può aiutare una fascia addominale, anche se non è stato ancora scientificamente comprovato che questo metodo sia utile a prevenire i cali di pressione. La fascia addominale può tuttavia essere utile per aumentare la stabilità di seduta o quale supporto alla respirazione. Molto efficaci sono la stimolazione elettrica funzionale ai muscoli delle gambe, muovere attivamente o passivamente le gambe oppure lo sport.
Poiché il controllo della pressione arteriosa nelle persone paralizzate in molti casi funziona, ma reagisce in modo più lento, i cambi posturali devono essere effettuati lentamente. Se si manifesta un’ipotensione ortostatica, fa bene posizionare in alto le gambe per un breve momento subito dopo la mobilizzazione in sedia a rotelle.
Può essere d’aiuto, di notte, non abbassare del tutto la testata del letto, si evita così un’eliminazione eccessiva di liquidi durante la notte. Anche bere mezzo litro d’acqua oppure del brodo mezz’ora prima della mobilizzazione in carrozzina può aiutare a prevenire episodi di vertigini. Alcune persone tetraplegiche avvertono un miglioramento mangiando più salato.
Quale trattamento o prevenzione possono essere impiegati farmaci che stimolano il sistema nervoso simpatico. Gutron® (midodrina) è il farmaco di prima scelta, mentre l’Effortil® (etilefrina), spesso somministrato, in molti casi non è efficace. Florinef® (fludrocortisone) può essere somministrato soprattutto alle persone tetraplegiche per correggere il bilancio dell’acqua, in quanto induce un maggior deposito di acqua nei tessuti.
Dovrò portare le calze compressive per tutta la vita?
Per quanto tempo dovrà portare le calze compressive è un fatto del tutto individuale. La maggior parte delle persone mielolese con disregolazione ortostatica le portano durante i primi sei mesi della prima riabi-litazione. Spesso il corpo si abitua alla nuova situazione e col tempo, in molti casi, non è più necessario portare le calze compressive. Altri mielolesi sono molto soggetti a cali di pressione arteriosa e quindi portano le calze compressive per periodi più lunghi.
L’ipotensione ortostatica può migliorare col passare del tempo?
Sì, in molti casi l’ipotensione ortostatica migliora nel giro di alcuni mesi o anni. Da un lato, in tutta la regione paralizzata i vasi sanguigni si rimpiccioliscono facendo in modo che nelle vene confluisca meno sangue, dall’altro il sistema nervoso vegetativo si abitua col tempo anche alla paralisi. Col tempo apprenderà lei stesso a comportarsi in modo adeguato.
L’ipotensione ortostatica è pericolosa?
Brevi cali di pressione arteriosa della durata di alcuni minuti non compromettono la salute degli organi.
1 in posizione eretta del corpo
2 farmaci che favoriscono l’eliminazione dei liquidi nel corpo
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