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- 04 luglio 2024
Lesioni causate da infortunio
A seguito di una lesione, nei segmenti mobili vi sono vari elementi che reagiscono in modo differenziato: le strutture ossee e le strutture legamentose. Si distinguono tre principali tipi di fratture ossee della colonna vertebrale:
- Frattura da compressione
- Frattura da flessione / distrazione
- Frattura da rotazione
La colonna vertebrale è paragonabile a due colonne. La colonna ventrale1 costituita dal corpo vertebrale e dai dischi intervertebrali e la colonna dorsale2 che comprende gli archi vertebrali, i processi (o apofisi) spinosi e trasversi, nonché dai legamenti. Mentre la colonna anteriore risponde alla pressione, quella posteriore invece assorbe le forze di trazione.
Dopo una lesione da compressione, le strutture ossee sono in parte in grado di mantenere la loro resistenza originaria. Una volta guarita la lesione ossea, l’asse della colonna vertebrale rimane invariata e quindi la stabilità è recuperata.
In posizione neutra3, le strutture legamentose della colonna vertebrale sono poco coinvolte. Servono ad assicurare la stabilità della colonna vertebrale quando è portata al limite della sua flessibilità. Nel limite fisiologico, i legamenti della colonna vertebrale consentono di effettuare un movimento elastico con una minima resistenza alla distorsione, mentre sono molto robuste se sollecitate al limite del movimento.
Nel caso di una frattura della colonna vertebrale, sono le strutture legamentose a essere determinanti ai fini della prognosi concernente la stabilità meccanica. Quando si tratta di lesioni gravi, rimangono colpite anche le strutture legamentose, compreso il disco intervertebrale. Una lacerazione dei legamenti comporta sempre un’instabilità del segmento vertebrale interessato. In questo caso, il ruolo del disco intervertebrale è decisivo, in quanto non guarisce più a causa della mancata irrorazione sanguigna. Se non si interviene chirurgicamente, il danno causato da una lacerazione del disco intervertebrale e dalle strutture legamentose comporta un’instabilità per il resto della vita.
Quando subentra una paralisi?
Se una lesione alla colonna vertebrale abbia per conseguenza una lesione midollare, dipende dall’entità della lesione del midollo spinale. Il midollo spinale, che è alloggiato nel canale vertebrale della spina dorsale, non rimane sempre danneggiato.
Se vi è una transezione totale del midollo spinale, subito dopo la lesione subentra una paralisi irreversibile e si parla allora di una paralisi completa. Se il midollo spinale presenta solo una transezione parziale o una contusione dovuta a una frattura o a un’emorragia nel midollo spinale, la paralisi può eventualmente regredire parzialmente e in questo caso è incompleta.
Differenza tra para e tetraplegia
Si parla di paraplegia quando è la parte inferiore del corpo – gambe, natiche, addome e regione bassa del tronco – ad essere interessata dalla lesione midollare. In questo caso la lesione si trova nella regione toracica, lombare o sacrale. Le persone con paraplegia conservano la funzionalità totale delle braccia e delle mani.
In una tetraplegia, la lesione del midollo spinale si trova a livello delle vertebre cervicali. In questo caso, la paralisi interessa non solo le gambe e il tronco, ma anche le braccia. Il livello della lesione determina, nella tetraplegia, il grado di limitazione della funzione delle braccia. Più la lesione della colonna vertebrale è bassa, più restano conservate le funzioni nelle braccia.
Nella tetraplegia è compromessa anche la muscolatura respiratoria. Se la paralisi si situa al di sopra di C3 a livello della 3° vertebra cervicale, la respirazione è in quel caso così limitata da rendere necessario ricorrere alla respirazione meccanica.
Le lesioni del midollo spinale non causano soltanto limitazioni al funzionamento degli arti, ma anche disfunzioni di altri apparati e organi, poiché i corrispondenti nervi decorrono anch’essi nel midollo spinale. Nelle lesioni al di sopra della 6° vertebra toracica è compromesso anche il sistema nervoso autonomo, con conseguenti disfunzioni dell’apparato circolatorio. In caso di lesione del midollo spinale, si constatano frequentemente dei disturbi della funzione vescicale, intestinale e sessuale, a prescindere dal livello della lesione, perché i nervi che comandano queste funzioni emergono dalla colonna vertebrale nella parte bassa della regione sacrale.
Classificazione secondo la scala ASIA
Oggi le paralisi complete o incomplete sono classificate secondo i criteri della scala ASIA (American Spinal Injury Association) in 5 categorie, da A a E.
AIS A Paralisi completa sottolesionale, deficit motorio e sensitivo completo sottolesionale.
AIS B Paralisi incompleta, funzioni sensitive conservate, ma con assenza di controllo motorio sottolesionale.
AIS C Paralisi incompleta, funzioni sensitive e motorie sottolesionali conservate, tuttavia i muscoli chiave sono così deboli da non poter essere impiegati a livello funzionale.
AIS D Paralisi incompleta, funzioni sensitive e motorie sottolesionali conservate, i muscoli chiave sono così forti da poter essere impiegati a livello funzionale (p. es. stazione eretta per i trasferimenti, eventualmente deambulazione con ausili).
AIS E Funzioni motorie e sensitive normali.
Danni causati da malattia
Accanto ai traumatismi della colonna vertebrale, vi sono anche molteplici malattie che possono indurre una lesione midollare. Le più frequenti sono tumori, disturbi circolatori, infezioni e infiammazioni come la sclerosi multipla. Queste malattie non intaccano le strutture ossee, che rimangono integre, bensì il danno interessa soltanto il midollo spinale. Nel caso di infiammazioni o tumori, può essere colpita anche la colonna vertebrale.
La malattia primaria rende spesso difficile la riabilitazione. Dopo una malattia tumorale, infatti, lo stato di salute può ripetutamente modificarsi. Bisogna pertanto definire gli obiettivi della riabilitazione in funzione della malattia e pianificare bene l’assistenza post-ospedaliera. Ugualmente è necessario tener conto che in molti casi le persone interessate sono molto soggette a fratture a causa della malattia tumorale.
1 dal lato del ventre
2 dal lato della schiena
3 postura che permette l’ampiezza massima dei movimenti in tutte le direzioni