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- 14 novembre 2020
Umidificazione della vagina (lubrificazione vaginale)
Per lubrificazione si intende la fuoriuscita di liquido lubrificante nella vagina prodotto dalle ghiandole durante l’eccitazione sessuale. La lubrificazione interviene durante la fase di maggior eccitazione e facilita la penetrazione del pene.
In una donna mielolesa i segni fisici dell’eccitazione sessuale possono, a seconda del livello della paralisi, manifestarsi in modo ridotto o mancare completamente. Questo però non significa che non provi desiderio.
Lubrificazione psicogena
L’attrazione e il fascino di un partner sono dei forti stimoli psichici. Naturalmente anche gli odori, le stimolazioni ottiche e acustiche possono scatenare una lubrificazione psicogena. Un’umidificazione psicogena è possibile nei casi in cui la paralisi è situata al di sotto di T11, mentre lo è meno nel caso di una paralisi completa al di sopra di T11.
Lubrificazione riflessogena
Nelle donne affette da paraplegia completa al di sopra di T11, la vagina può essere umidificata con la stimolazione diretta. Le donne con una paraplegia completa a livello basso non hanno una lubrificazione riflessogena.
Ausili
Se la vagina è troppo poco umida, l’uso di un lubrificante facilita l’introduzione del pene o di ausili erotici nella vagina. A questo scopo si possono utilizzare oli, vaselina o lubrificanti a base d’acqua o di silicone. Se contemporaneamente si fa uso di un preservativo, non bisogna utilizzare lubrificanti grassi, dato che possono causare microscopiche lacerazioni nel preservativo in lattice. Per praticare sesso sicuro bisogna pertanto rinunciare all’uso di oli e vaselina. Le creme lubrificanti sono in vendita nelle farmacie, drogherie, nei supermercati e negozi erotici.
Orgasmo
A seconda del livello lesionale la donna può continuare a provare l’orgasmo oppure no. Le donne para o tetraplegiche non provano più la sensazione fisica nei genitali e nella regione pelvica con la stessa intensità come prima della paralisi. L’orgasmo viene o percepito diversamente, ad esempio come una sensazione di benessere o di calore nel bacino, oppure non viene sentito affatto, o addirittura come fastidio, per esempio tramite la comparsa di spasmi alle gambe o all’addome oppure di una disregolazione autonomica. Inoltre, ci vuole più tempo per raggiungere l’orgasmo rispetto a prima della lesione midollare.
Donne riferiscono di un orgasmo che definiscono come «para-orgasmo». In altre parole, l’orgasmo che provano si differenzia dall’orgasmo genitale e possiede una qualità del tutto propria. Può essere una combinazione di sensazioni fisiche, reazioni emotive, ricordi, fantasie e stimolazioni visive e/o auditive, quindi più un’esperienza che prende tutto il corpo che non una riferita solo alla regione genitale.
Fertilità
Poco dopo l’evento traumatico con conseguente paraplegia possono venire a mancare le mestruazioni, che riappaiono tuttavia dopo un periodo che varia da due a dodici mesi. Una donna paraplegica può concepire ciononostante senza problemi. Nella donna gli ovuli sono già depositati nelle ovaie fin dalla nascita, la maturazione degli ovuli e l’ovulazione sono influenzati dagli ormoni e il trasporto degli ovuli attraverso le tube nell’utero è assicurato tramite movimenti muscolari involontari della tuba di Fallopio e dal movimento delle ciglia vibratili.
Anticoncezionali
Sebbene in una donna che ha subito una para o tetraplegia vengano inizialmente a mancare le mestruazioni, non è del tutto protetta contro una gravidanza. Per questo motivo è necessario prendere delle precauzioni. Fondamentalmente nelle donne mielolese sono applicabili tutti i comuni metodi contraccettivi. Dato che ogni metodo anticoncezionale ha i propri vantaggi e svantaggi, è importante discuterne la scelta con il ginecologo: gli anticoncezionali ormonali con estrogeno (pillola) aumentano il rischio di trombosi. Il metodo della misurazione della temperatura è eventualmente troppo poco preciso, dato che la temperatura può essere alterata da infezioni recidivanti oppure da disturbi della termoregolazione nel caso della tetraplegia.
Mirena®
Si raccomanda la spirale ormonale Mirena®, la quale rilascia il suo effetto nell’utero a livello locale e garantisce una protezione duratura e molto affidabile contro una gravidanza. Un anello di plastica elasticizzato che viene posato direttamente nella cavità uterina contiene un ormone che viene utilizzato da anni in molte pillole anticoncezionali. Questo anello garantisce un rilascio lento e regolare dell’ormone direttamente nell’utero, dove sviluppa il suo effetto a livello locale. L’ormone riduce la crescita mensile della mucosa uterina. In questo modo l’ovulo non può più annidarsi, riducendo le mestruazioni in modo naturale. L’assenza della mestruazione mensile permette di evitare l’uso di tamponi o assorbenti e la necessità di cambiarli.
Gravidanza
Le donne con una para o tetraplegia possono portare avanti una gravidanza del tutto normale. Vi sono tuttavia alcuni fattori ai quali bisogna badare:
- cooperazione tra ginecologi, specialisti in paraplegia e ostetricia;
- valutare le terapie farmacologiche in merito a un eventuale danneggiamento dell’embrione;
- fare fisioterapia, rialzare le gambe, portare calze elastiche contenitive o assumere medicinali per la profilassi della trombosi;
- istruire la donna gravida ad autopalparsi il ventre per verificare l’attività contrattile delle doglie (il ventre si indurisce, l’utero si inarca in avanti). Se la donna non ha sensibilità, deve conoscere gli eventuali segni da interpretare come doglie.
- La maggior parte delle donne conosce molto bene il proprio corpo e sa quali sintomi si manifestano al posto del dolore, per esempio la spasticità, il senso di pressione, il mal di testa, la pelle d’oca o la sudorazione;
- adattare gli ausili, come ad esempio allargare la sedia a rotelle, adattare il cuscino antidecubito per la profilassi contro le lesioni da pressione a causa dell’aumento di peso, un lettino che si possa abbassare;
- badare ai sintomi della disregolazione autonomica: più si avvicina il termine del parto, maggiore è il rischio di episodi di disregolazione;
- adeguare la data prevista per il parto: le donne con lesione midollare partoriscono prima del termine calcolato. Le donne tetraplegiche partoriscono per esperienza 24 giorni in anticipo e per le donne paraplegiche la data del parto viene anticipata mediamente di 5 a 6 giorni. Normalmente ciò non rappresenta un problema per il nascituro perché i neonati non necessitano di uno speciale monitoraggio. Per la madre questo ha il vantaggio che può evitare le ultime settimane di gravidanza, che sono le più faticose e difficili.
Parto
In principio il parto può svolgersi in modo spontaneo e senza complicazioni anche senza che la madre spinga attivamente. L’utero possiede, infatti, un sistema autonomo di conduzione degli stimoli che influisce in modo decisivo sul parto in sé. Grazie al pressoché totale rilassamento della muscolatura addominale e del pavimento pelvico, il decorso del parto è facilitato. Se la fase di espulsione è ritardata, si fa ricorso a un parto vaginale con l’impiego di strumenti (forcipe, ventosa). L’indicazione al parto cesareo non si differenzia da quella delle donne senza lesione midollare.
Fanno eccezione le donne con paraplegia e tetraplegia alta con disregolazione autonomica, che può scatenare mal di testa, attacchi di sudorazione, rallentamento delle pulsazioni e compromissione della respirazione nasale con gonfiore della mucosa. A causa di questa complicazione, nelle donne con una paralisi a livello T6 o più alta, il parto dovrebbe avvenire sotto anestesia epidurale.
Interruzione di gravidanza
Vi è la possibilità di interrompere la gravidanza con un farmaco, o mediante interruzione chirurgica con aspirazione o raschiamento. Un’interruzione di gravidanza dovrebbe essere effettuata sotto anestesia anche nelle donne con paraplegia sensitiva completa, allo scopo di prevenire episodi di disregolazione autonomica.
Visite di controllo ginecologiche
Anche per una donna mielolesa, la visita di controllo ginecologica annuale fa parte della normale prevenzione per la salute. Esistono tuttavia pochi studi medici ginecologici che dispongono dell’infrastruttura necessaria e del personale assistente con la formazione adatta. È bene quindi rivolgersi per questo scopo all’ambulatorio del Centro per paraplegici o dell’Unità spinale.