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Funzionalità dei muscoli intrinseci della mano, parte 2

Confronto tra due tecniche operatorie per il recupero del movimento funzionale di presa

Autrice del riassunto: Ursina Arnet (Ricerca svizzera per paraplegici)
Articolo originale: Muzykewicz DA, Arnet U, Lieber RL, Friden J. Intrinsic hand muscle function, part 2: kinematic comparison of 2 reconstructive procedures. The Journal of Hand Surgery (American Volume). 2013;38(11),2100-5.e1.
 

Per acquisire un movimento naturale e funzionale di presa, il trasferimento dei tendini volto al recupero della flessione delle dita dovrebbe altresì garantire la funzionalità dei muscoli intrinseci. A tal scopo è preferibile la tecnica operatoria House a quella del lasso di Zancolli.

Qual era lo scopo di questo studio?

Il desiderio preponderante tra la popolazione tetraplegica è il recupero delle funzionalità motorie della mano. Il trasferimento dei tendini permette di recuperare alcune funzioni delle dita. Ad esempio, la flessione delle dita è recuperabile grazie al trasferimento del tendine del muscolo estensore radiale lungo del carpo (muscolo adibito all'estensione del polso) sul tendine del muscolo flessore profondo delle dita (adibito alla flessione delle dita dall'indice al mignolo).

Da uno studio precedente è emerso che nell'ambito del ripristino della flessione delle dita debbano essere coinvolti anche i cosiddetti muscoli intrinseci, al fine di garantire un movimento di presa ottimale e funzionale (per maggiori informazioni consultare sul portale di ricerca l'articolo "Funzionalità dei muscoli intrinseci della mano, parte 1: recupero del movimento di presa funzionale"). Questi piccoli muscoli sono collocati nel palmo della mano e si congiungono a ciascuna delle quattro dita (dall'indice al mignolo). Quando i muscoli intrinseci sono attivati, la distanza tra la punta delle dita e il palmo della mano aumenta in coincidenza con il movimento di presa. È così possibile impugnare anche oggetti più grandi.

Esistono due diverse tecniche operatorie volte a riattivare la funzionalità di questi muscoli: la tecnica del lasso di Zancolli e la tecnica House. L'obiettivo di questo studio consisteva nel determinare quale tra le due tecniche portasse a un movimento di presa più funzionale e naturale.

Come hanno proceduto i ricercatori?

Il campione di ricerca era composto da 12 mani, appartenenti a persone decedute. Un rinomato chirurgo specializzato nel trattamento della tetraplegia ha applicato la tecnica del lasso di Zancolli a sei di queste mani, per le rimanenti sei si è fatto invece ricorso alla tecnica House.

Al fine di simulare l'azione di presa, i tendini flessori delle dita sono stati in seguito collegati a un motore. Quest'ultimo era impostato in modo tale da serrare in un pugno le dita distese della mano aperta. I ricercatori hanno videoregistrato il movimento delle dita. Si è così potuto misurare l'angolo di piegamento delle singole articolazioni delle dita, la sequenza dei movimenti articolari e la distanza tra la punta delle dita e il palmo della mano durante il movimento. I dati raccolti sono stati successivamente raffrontati per valutare le due tecniche operatorie.

Che cosa hanno scoperto i ricercatori?

Entrambe le tecniche operative hanno aumentano la distanza tra la punta delle dita e il palmo della mano durante l'azione di presa rispetto a situazioni di mancato intervento chirurgico. I motivi alla base di tali miglioramenti erano però differenti.

Nella tecnica del lasso di Zancolli (vedi figura 1) i tendini dei muscoli flessori superficiali sono sottoposti ad accorciamento, sicché le dita nell'articolazione metacarpo-falangea (ovvero l'articolazione che unisce le dita al palmo della mano) sono sempre facilmente flessibili. In questo modo nello studio è mutata la condizione iniziale del movimento di presa e così anche la distanza tra la punta delle dita e il palmo della mano durante l'azione di presa.

Figura 1: Tecnica del lasso di Zancolli (accorciamento dei tendini flessori delle dita)

Nella tecnica House (vedi figura 2) viene eseguito un trasferimento tendineo, ovvero un tendine del dito prelevato dal corrispondente muscolo flessore paralizzato. L'innesto tendineo allaccia l'articolazione prossimale del dito indice con quella del dito medio. Un secondo innesto tendineo analogo è applicato al dito anulare e mignolo.

Secondo lo studio, questi solidi allacciamenti modificano la configurazione del movimento di presa: le dita si flettono dapprima in prossimità dell'articolazione metacarpo-falangea e solo in seguito presso le articolazioni prossimali e distali. Questo corrisponde a un movimento di presa più naturale e aumenta la distanza tra la punta delle dita e il palmo della mano durante l'atto di impugnatura.

Figura 2: tecnica di House (trasferimento tendineo)

Che cosa significano questi risultati?

Dai risultati di questo studio emerge che entrambe le tecniche chirurgiche migliorano la funzionalità della presa: il recupero della funzionalità nei muscoli intrinseci aumenta la distanza tra la punta delle dita e il palmo della mano durante il movimento di presa. Risulta così possibile anche impugnare oggetti di dimensioni più grandi.

Il raffronto tra le due tecniche operatorie ha mostrato tuttavia che solamente la tecnica House è in grado di ripristinare un movimento "naturale", per cui il movimento della mano è accompagnato dall'utilizzo di muscoli intrinseci. Ai fini del recupero operativo del movimento di presa è pertanto preferibile la tecnica House alla tecnica del lasso di Zancolli.

Chi ha condotto e finanziato lo studio?

Lo studio è stato svolto e finanziato dalla Ricerca svizzera per paraplegici a Nottwil (Svizzera) e dal Muscle Physiology Laboratory dell'Università di California a San Diego (USA).

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