Come le persone disabili possono ritrovare il piacere sessuale migliorando il proprio benessere
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- 29 aprile 2022
- kitwan
Come le persone disabili possono ritrovare il piacere sessuale migliorando il proprio benessere
Uno dei pregiudizi sulle persone disabili è che siano asessuali. Al contrario, la ricerca dimostra che le persone con disabilità provano desiderio sessuale e aspirano alla soddisfazione sessuale proprio come tutti gli altri, senza distinzione tra uomini e donne.
Tuttavia, le persone con disabilità tendono ad essere confrontati con maggiori difficoltà durante il sesso, fisicamente e mentalmente, a causa degli stereotipi e della mancanza di educazione sessuale mirata alle loro esigenze. Pertanto, da parte loro continua a crescere la domanda di assistenza sessuale. Come può quest’ultima aiutare le persone in difficoltà?
Assistenza sessuale: di cosa si tratta?
Gli assistenti sessuali, noti anche come surrogati sessuali o partner surrogati, sono professionisti che offrono sostegno intimo alle persone che ne hanno bisogno. In Svizzera, assumere assistenti sessuali è considerato secondo la costituzione paragonabile alla prostituzione, che è legale e regolamentata. In molti altri Paesi europei, invece, comprare e/o vendere sesso è illegale, come si può vedere in questa mappa.
Gli assistenti sessuali, tuttavia, non sono lavoratori del sesso convenzionali. Di solito, sono figure formate professionalmente, che dispongono quindi di una migliore conoscenza e consapevolezza per accompagnare le persone con disabilità nel mondo della sessualità. E c’è un’altra grande differenza: l’obiettivo degli assistenti sessuali non dovrebbe essere quello di avere clienti regolari. Piuttosto, è quello di aiutare una persona a sentirsi maggiormente a proprio agio con la sessualità in modo da poter condividere quella fiducia con un’altra persona e sviluppare una vera relazione sessuale.
La formazione per diventare assistenti sessuali
Chiunque può diventare un assistente sessuale? Lothar Sandfort è uno psicologo e il capo dell’Istituto per l’autodeterminazione delle persone disabili in Germania, che offre corsi per consulenti sessuali e corsi di formazione per surrogati sessuali. In un’intervista a swissinfo.ch, Lothar ha raccontato che non tutti vengono accettati come partecipanti, sottolineando che il corso non è destinato alle persone con la sindrome dell’aiutante che credono che le persone disabili soffrano e debbano essere salvate.
In Europa, la Piattaforma europea per l’assistenza sessuale (EPSEAS) sostiene le persone e le organizzazioni che offrono assistenza sessuale alle persone con disabilità. Il sito ci tiene a sottolineare che gli assistenti sessuali professionisti dovrebbero avere una visione chiara dei loro limiti ed essere in grado di rispettarli.
I partner di EPSEAS in Svizzera sono i Corps Solidaires e Sexualité et Handicaps Pluriels (SEHP). Entrambe le organizzazioni offrono corsi di formazione a persone interessate a diventare assistenti sessuali di individui con disabilità. Nella Svizzera tedesca, Sexcare offre sia servizi di assistenza sessuale per persone con disabilità che corsi di formazione per futuri assistenti sessuali. Alcuni partecipanti alla formazione lavorano già come professionisti del sesso. Si iscrivono alla formazione perché devono affrontare una domanda crescente di clienti con disabilità.
Il video qui sotto mostra una formazione che ha avuto luogo nel Centro svizzero per paraplegici a Nottwil. Isabelle Kölbl, la fondatrice di Sexcare e lei stessa surrogata sessuale, ha fornito conoscenze e consigli pratici ai partecipanti su come offrire assistenza sessuale a persone con lesioni al midollo spinale, tra cui ad esempio il trasferimento del cliente dalla carrozzina al letto.
Assistenza sessuale senza sesso
Cosa possiamo aspettarci da un assistente sessuale? Gli assistenti sessuali possono lavorare da soli con i loro clienti, oppure insieme a terapisti sessuali. A volte gli stessi assistenti sessuali hanno anche una formazione clinica. Joslyn Nerdahl è uno di loro. È una sessuologa clinica e coach dell’intimità.
Anche se gli assistenti sessuali possono fare sesso con il cliente, non sempre accade. Per esempio, invece di avere un rapporto sessuale, Joslyn normalmente fa ai suoi clienti molte domande sulla sessualità prima e durante l’incontro. Discute con loro diversi modi di accedere al loro corpo. Descrive il processo come “mappatura del corpo” dove lei e i suoi clienti sondano diverse aree del corpo ed esplorano varie forme di contatto per scoprire di cosa sono capaci i suoi clienti, cosa piace e cosa non piace. In un’intervista, Joslyn ha detto che spesso i suoi clienti si sentono isolati e depressi a causa della mancanza di contatto erotico o intimo.
Un’esperienza rivoluzionaria per entrambi
Cheryl Cohen Greene, sessuologa clinica certificata e surrogata sessuale, conosce bene il potere del tocco intimo sulle persone con disabilità. Il suo lavoro con il poeta americano Mark O’Brien è stato ritratto nel film “The Sessions” (originariamente intitolato “The Surrogate”), che ha vinto il “Audience Award: U.S. Dramatic” nel 2012 al Sundance Film Festival, il più grande festival del cinema indipendente degli Stati Uniti. Ecco il trailer:
Mark O’Brien, ora deceduto, era paralizzato dal collo in giù da quando aveva contratto la poliomielite all’età di sei anni. Sul finire dei suoi trent’anni, ha iniziato a vedere un surrogato sessuale, Cheryl, per perdere la sua verginità. Nell’intervista alla CNN riportata qui sotto, Cheryl ha ricordato alcuni momenti memorabili che ha trascorso con Mark, tra cui la prima volta che lo ha baciato sul petto: un gesto che lo ha commosso fino alle lacrime.
“Mi ha detto quanto ha significato per lui avere quella parte del suo corpo toccata, perché ne era consapevole e non pensava che qualcuno l’avrebbe mai fatto.”
Il pari bisogno e diritto alla sessualità
In un TED talk, Cheryl ha raccontato in dettaglio la sua esperienza come surrogato sessuale. Ha parlato della sua prima interazione con Mark. Lui le ha rivelato quanto si sentisse escluso dalla sessualità: come se fosse all’esterno di un ristorante, di fronte alla vetrina, guardandovi attraverso e vedendo un intero gruppo di persone che fanno un banchetto che lui non avrebbe mai potuto gustare. Cheryl gli disse: “Tu meriti un posto a quel tavolo”.
Molte persone con disabilità sono come Mark: vorrebbero trovare un posto a “quel tavolo”, per provare il piacere sessuale come tutti gli altri. Possono avere o non avere un partner proprio. Possono avere difficoltà con la sessualità a causa della loro disabilità o di altri fattori. Attraverso l’assistenza sessuale, intraprendono un viaggio alla scoperta di se stessi dove imparano a sentire ed esprimere i propri bisogni. Come risultato, riacquistano non solo la fiducia nel sesso e nella relazione, ma anche il benessere generale.
Cosa pensate dell’assistenza sessuale? Quali sono le vostre esperienze e i vostri consigli per vivere l’intimità e raggiungere la soddisfazione sessuale?
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Dopo cinque anni meravigliosi, è tempo per me di lasciare la Community con questo mio ultimo articolo di blog per intraprendere un nuovo viaggio. Le parole non possono descrivere quanto sono grata di essere stata una blogger per la Community, dove ho avuto modo di scalare curve di apprendimento parecchio ripide e scambiare pensieri sulla disabilità con molte persone gentili. Sono felice di avervi conosciuto attraverso la Community, di persona o virtualmente. Abbiate cura di voi e buona continuazione!
Kit Wan